Un bonus fiscale per aiutare officine e automobilisti nella manutenzione e riparazione delle auto in Italia. La proposta è sul tavolo e potrebbe migliorare sia sicurezza sia ecologia di mezzi che altrimenti sarebbero mal tenuti o affidati a operatori non professionali. Ipotesi 500 euro.
Molti settori hanno beneficiato nel tempo di incentivi fiscali che li hanno “smossi” lasciando soddisfatto non solo il conteggio di fatturato, per chi lavora e incassa, ma anche i cittadini, che hanno migliorato le proprie abitazioni. Per esempio con finestre o impianti clima moderni, al posto di quanto precedentemente in uso ma non ancora aggiornato per questioni di costi.
Qualcosa di simile potrà forse avvenire anche per l’auto. In effetti non si era mai visto in Italia un vero incentivo generalizzato per la manutenzione e la riparazione delle auto. Solo singoli aiuti spesa per aggiornamenti ecologici (es. retrofit per le emissioni, o impianti bifuel) e interventi molto specifici, limitati a un target definito.
Ora si parla di bonus fiscale vero e proprio sulle riparazioni delle auto. Anche se andrebbe molto ben affinato, il concetto proposto dall'Osservatorio Autopromotec ha un suo appeal, per il settore e per molti automobilisti. I noti incentivi ora in corso spingono le nuove auto elettrificate, ma chi non si può permettere comunque l’acquisto di un'auto nuova, continua con la vecchia. In questi ambiti può capitare che la manutenzione sia fatta giusto solo quando l’auto proprio non cammina, tralasciando aspetti seri. Carburazione non corretta (si consuma anche di più) dispositivi assistenza e sicurezza lasciati KO con spie accese, perchè costa troppo sistemarli.
Dare una mano per far entrare in officina e ripristinare al meglio le funzioni di un parco circolante anziano, migliora certamente la sicurezza e le emissioni dello stesso. Approfondiremo a dovere su queste pagine la cosa, visto che è molto varia, ma intanto la proposta è stata lanciata. Ci auguriamo che se procede sia gestita da menti brillanti che regolino nel modo corretto il flusso di incentivi.
La varietà delle manutenzioni auto è infatti tale da spaziare su aspetti sia molto impattanti per le emissioni (es. una sonda Lambda o un Misuratore portata aria che non lavora) e per la sicurezza (es. una centralina ABS disattivata) sia più futili (es. riparazioni estetiche di esterni o interni, sostituzione di parti ancora "buone"). In ogni caso, per i quasi 40 milioni di vetture in circolazione, anche un dovuto filtro sul tipo di interventi ammessi al bonus, lascerebbe poi impegnati al meglio gli addetti ai lavori del settore assistenza.
Officine e filiera autorizzata che hanno subito cali lavoro negli anni, ma pagano le tasse da sempre, invece di certi addetti non professionali con ambienti lavoro, manodopera e materiali dubbi ma che oggi, causa la crisi, purtroppo spopolano. Spopolano proprio per quella fetta di circolante non certo aziendale e fresco con pacchetto manutenzione in concessionaria, quell'utenza che "deve risparmiare" ma facendolo rischia di impoverire sia le casse dello stato sia la filiera italiana.
Se l'inserimento delle spese di manutenzione e riparazione dell'auto sarà messa tra quelle detraibili nella dichiarazione dei redditi per una somma pari al 50% dell'esborso, ad esempio, servirà anche fissare dei limiti. Si parla di massimo 500 euro per singola auto, documentando (fattura o ricevuta fiscale) e pagando con modalità tracciabili.
fonte: www.automoto.it