Uno fra i principali effetti della crisi economica sugli enti locali è visibile osservando le condizioni delle strade comunali e provinciali, la cui gestione è affidata direttamente ai governi locali e non a società private (come per le autostrade): la manutenzione non viene effettuata regolarmente e questo si traduce nella presenza di buche, crepe e sconnessioni varie, molto dannose in quanto compromettono la sicurezza di automobilisti, motociclisti o ciclisti. La situazione è grave pure considerando tutte le strade del nostro Paese, come dimostrano i numeri forniti dall’Associazione dei costruttori e manutentori delle strade (Siteb): nei primi 4 mesi dell’anno il consumo di asfalto in Italia è sceso rispetto allo stesso periodo del 2016 (-4,7%), dopo aver già toccato il minimo storico a fine anno scorso. Il confronto è meno negativo considerando anche maggio (-0,3%), ma il bilancio rimane in passivo rispetto al 2016. Ciò significa che nel nostro Paese viene utilizzato meno asfalto per riparare le strade o mantenerle in ordine rispetto a quanto se ne dovrebbe.
I problemi maggiori si riscontrano lungo le strade comunali e provinciali, stando alla Siteb, complice la situazione economica molto precaria dei governi locali e la rete molto estesa in tutta Italia: le strade comunali e provinciali misurano 130.000 chilometri sui 600.000 delle rete complessiva in Italia. Il quadro non è più favorevole sulle autostrade, dove i lavori promessi dall’Anas (che gestisce 25.000 chilometri) sono partiti a macchia di leopardo. La Siteb chiede al Governo di elaborare una strategia per fermare il degrado, prima che le strade diventino troppo malridotte per essere “semplicemente” riparate: sistemarle quando i danni sono troppo gravi i può rivelarsi troppo oneroso e costare molto di più alla collettività.
Fonte: AlVolante